Menu

Milano Film

Colonnese Benni V. – The Helios-Psiche Dante trilogy

TITOLO:
Colonnese-Benni V., The Helios-Psiche Dante trilogy, in Dante, Cinema, and Television, (a cura di) Amilcare A. Iannucci, University of Toronto Press, Toronto 2004 pp. 51-73.

ABSTRACT:
Si ripercorre la realizzazione cinematografica delle tre cantiche dantesche, analizzando, in particolare, i percorsi e i rapporti, ancora poco chiari, delle due case cinematografiche: la Helios film e la Psiche. Importante è la relazione tra le due che porta ad un’unica promozione e distribuzione all’estero accorpando i tre film. L’Inferno (1911) e il Purgatorio (1911) appartengono alla prima, mentre è della Psiche il Paradiso (1912).
D’obbligo è poi il confronto con l’Inferno (1911) della Milano Films di cui ne anticipa l’uscita di poco, e la cui realizzazione era stata annunciata già da due anni. La capacità di anticipare la Milano Films portò a considerare il lavoro della Helios-Psiche come inferiore, e senza alcun valore estetico giudicandolo anche fraudolento rispetto a quello “originale” della casa cinematografica milanese. Viene ora rivalutato considerando la grandezza del progetto, la capacità distributiva in cui compare la figura di Frieda Klug, e soprattutto il valore artistico-culturale di alcune scene.

LINK:
No web.

CODICE:
ISBN: 978-0-8020-8601-3

Iannucci Amilcare A. – From “Dante’s Inferno” to “Dante’s Peak” the influence of Dante on Film

TITOLO:
Iannucci Amilcare A., From Dante’s Inferno to Dante’s Peak the influence of Dante on Film, in “Forum Italicum”, Stony Brook 1998, vol. XXXII, n. 1, Spring, pp. 5-35.

ABSTRACT:
Il primo periodo è quello del cinema muto che sfrutta l’opera dantesca per legittimare il nuovo medium. Si parte dall’Inferno del 1911 della Milano Films, e si fa riferimento a due film sulla vita di Dante: La mirabile visione (1921) e Dante nella vita dei tempi suoi (1922).
Nel secondo periodo, con l’avvento del sonoro, l’utilizzo del materiale dantesco viene piegato a finalità educative traslando la vicenda dantesca nella contemporaneità, come in Dante’s inferno (1924) di Henry Otto, o parodizzato come in Maciste All’inferno (1926),  in Totò al giro d’Italia (1948) e in Totò all’inferno (1954).
Il terzo periodo è quello del secondo dopoguerra in cui le suggestioni dantesche approdano a risultati più originali: da Fellini a Pasolini, poi i più contemporanei Tim Burton, Martin Scorsese, Alan Parker e David Lynch. L’avvento degli sceneggiati televisivi porta Dante anche sul piccolo schermo: colossale è la produzione di A TV Dante, per la regia di Peter Greenway e Raul Ruiz. Negli anni ‘90 infine si assiste a un utilizzo superficiale di tematiche dantesche, con un ricorso a volte solo strumentale all’autorevolezza della Commedia.

LINK:
No web.

CODICE:
ISSN 0014-5858