Titolo originale: Podzemlje (Underground)
Regia: Emir Kusturica
Paese: Francia, Germania, Repubblica Federale di Jugoslavia
Anno: 1995
Genere: Drammatico
Durata: 167 minuti
Audio: serbo, tedesco, francese, inglese, russo
Sceneggiatura: Dusan Kovacevic, Emir Kusturica
Fotografia: Vilko Filac
Montaggio: Branka Ceperac
Musica: Goran Bregović
Scenografia: Miljen Kreka Kljakovic
Costumi: Nebojsa Lipanovic
Marko: Miki Manojlović
Petar ‘Il Nero’: Lazar Ristovski
Natalija: Mirjana Joković
Ivan (fratello di Marko): Slavko Štimac
Franz, il nazista: Ernest Stoetzner
Vera: Mirjana Karanović
Jelena, moglie di Jovan: Milena Pavlović
Jovan, figlio di Petar: Srđan Todorović
La storia è in bilico fra reale e surreale. Un’orchestra di ottoni in sottofondo; rifugiati in un sotterraneo trasformato in fabbrica d’armi nel sottosuolo di Belgrado. Blacky è il Nero, sua moglie è Natalija e il suo miglior amico è Marko. Natalija, attrice di secondo piano, passa dalle braccia del marito a quelle di Marko e, poi, a quelle di un ufficiale nemico.
Finisce la guerra, ma Marko non avverte gli abitanti del sottosuolo. Continua quindi il commercio di armi e si porta con sè Natalija. In superficie governa Tito, e Marko diventerà un suo fedele collaboratore. Passa il tempo, l’orchestra gitana continua a suonare per i rifugiati che tali non sono più. La guerra è finita ma ne comincia un altra: la Jugoslavia cade nell’inferno. 50 anni dopo la fine del conflitto, i fabbricanti insospettiti decidono di uscire dal sottosuolo, e si convincono che in effetti la guerra continua ancora… Marko (oramai in fin di vita sulla sedia a rotelle) e Natalija, ricercati internazionalmente come trafficanti d’armi, vengono riconosciuti come tali da truppe di Petar e giustiziati: a dare l’ordine è (via radio) lo stesso Petar, che vivendo ancora sconnesso dalla realtà, si pente poi di ciò che ha commesso.
In un finale onirico/surreale, tutti i personaggi si ritroveranno al matrimonio di Jovan su un’ansa del Danubio con il profilo della Jugoslavia che, staccatasi dalla terraferma, andrà alla deriva mentre il fratello di Marko, Ivan, comincerà a raccontare la storia: “C’era una volta un paese…”