Titolo originale: The Dante Quartet
Regia: Stan Brakhage
Paese: USA
Genere: video art
Anno: 1987
Durata: 8 minuti
Audio: muto
Pittura su pellicola: Stan Brakhage
Elaborazione Fotografica: Dan Yanosky
Produzione: London Filmakers Company, USA-GB
Una rappresentazione visiva, in quattro parti, de La Divina Commedia. L’Inferno è una serie di pennellate multicolori su uno sfondo bianco, e varia man mano che cambia la velocità dell’immagine. Hell Spit Flexion, o saltar fuori dall’Inferno, è su una parte della pellicola più piccola, e prende come riferimento il centro dell’immagine. Montaggi di colore si muovono velocemente con una stella e il bordo di una luna illuminata. Con Purgation si ritorna a full frame, dove schizzi di colore rallentano per poi cristallizzarsi; a tratti si distingue si distingue, per un momento, un volto o una finestra. In Esistenza è il canto i colori ruotano vorticosamente dentro e fuori dalla vista.
I riferimenti consistono nelle suggestioni provocate dalla lettura della Commedia, che si traducono in un racconto fatto di colore in movimento.
«Then comes a moment when suddenly I can’t handle the language anymore, like I can’t read one more translation of The Divine Comedy, and suddenly I realize it’s in my eyes all the time, that I have a vision of Hell, I have even more necessary kind of a way of getting out of Hell, kind of a springboard in my thinking, closing my eyes and thinking what I’m seeing […] and also purgation, that I can go through the stages of purging the self, of trying to become pure, free of these ghastly visions, and then there is something that’s as close to Heaven as I would hope to aspire to, which I call “existence is song.” And that all of that was in my eyes all the time, backfiring all these years […] It’s lovely that I can have the language, but I also have a visual corollary of it, but that is a story.» (Stan Brakhage in S. Brakhage: An Anthology, I. Intervista del 2002 di Bruce Kawin).
I riferimenti consistono in un rimando costante alla cantica e ai suoi personaggi, non in relazione alla narrazione, ma alle suggestioni che essi producono sull’immaginazione dell’autore del film e sula traduzione in immagine/colore.
L’opera è frutto di «37 anni di studio del testo dantesco […] dà forma di immagini ai pensieri di un uomo sull’Inferno, il Purgatorio ( o momento di transizione) e il Paradiso (ovvero l’esistenza come musica, che è come meglio riesco ad immaginarmi il Paradiso, basandomi sulla mia esperienza). Sono visioni ispirate a stati emotivi.» (S. Brakhage)