Farinata degli Uberti
Biografia
Manente degli Uberti – detto Farinata – e figlio di Jacopo, nasce da nobile e ricca famiglia all’inizio del 1200 e diventa, nel 1239, figura di rilievo nella fazione ghibellina. Nel 1248 l’imperatore Federico II invia a Firenze il figlio Federico, principe di Antiochia, e 1600 cavalieri tedeschi a sostegno degli Uberti e della loro fazione, così che i ghibellini, sia pure per breve tempo, cacciano i guelfi dalla città esiliandone i capi. Nel 1251, dopo la morte di Federico II, i guelfi rientrano in città cacciando, a loro volta, i ghibellini e costituiscono un governo detto di ”primo popolo”. Contro il nuovo governo cospirano i ghibellini d’intesa con Manfredi; ma, scoperta la congiura, vi sono numerose condanne a morte e la cacciata dalla città delle principali famiglie ghibelline, come gli Uberti, che riparano a Siena (1258).
Farinata si dedica a preparare il ritorno della sua fazione: ottiene da Manfredi un rinforzo di 800 cavalieri tedeschi si arriva alla battaglia di Montaperti (4 settembre 1260), dove l’esercito senese guidato da ProvenzanSalvani sgomina le truppe guelfe e Farinata brilla per valor militare. Alla fine di settembre viene convocata a Empoli una dieta delle città e dei signori della Toscana di parte ghibellina per discutere come rafforzare il ghibellinismo toscano e consolidare nella regione l’autorità del re. Qui i rappresentanti di Siena e Pisa vogliono la distruzione di Firenze, ma insorgendo a viso aperto e fa cadere la proposta.
I ghibellini riprendono il potere a Firenzema, dopo la battaglia di Benevento e la morte di Manfredi (26 febbraio 1266), vengono di nuovo cacciati e questa volta definitivamente.
Farinata, nel frattempo, muore (1264) ma non viene dimenticato. Nel 1267 le case degli Uberti vengono distrutte e, per impedirne la ricostruzione, sulla loro area si costruiscePiazza della Signoria; Carlo d\’Angiò fa decapitare Pietro, fratello di Farinata, caduto prigioniero a Benevento. Le ultime speranze degli Uberti crollano dopo il fallito tentativo di Corradino di far tornare in auge i ghibellini (agosto 1268): sono banditi un’altra volta e in modo tale che, a ogni successivo richiamo di esuli, saranno sempre esclusi. Altri due membri della famiglia, Azzolino e Neracozzo, vengono impiccati per ordine di Carlo d\’Angiò e un terzo, Conticino, risparmiato per la sua giovane età e tenuto in prigionia, fa più tardi la stessa fine.
Nel 1283 Salomone da Lucca, nominato inquisitore della eretica pravità, condanna Farinata con l’accusa di aver terminato la sua vita, insieme alla moglie Adaleta, da cataro. Ordina, così, di riesumare il corpo di Farinata e della moglie, sepolti a Santa Reparata, e di disperderne i resti;l’anno dopo il podestà di Firenze, Aldighiero della Senazza, applica la sentenza dell\’inquisitore condannando i supposti eretici, ifigli Lapo, Federico, Maghinardoalla confisca dei beni e alla morte sul rogo.Dopo inutili tentativi di rientrare in Firenze, Lapo viene nominato dall’imperatore Enrico VII suo vicario in Mantova nel 1311.
Nella commedia
Collocato nel VI cerchio, fra gli eretici, Farinata è uno dei tre personaggi a cui, nell’Inferno, Dante si rivolge col voi. Altero, sprezzante, memore del suo lignaggio e del ruolo ricoperto in vita, accondiscende a parlare con Dante perché lo riconosce come simile. E come simile lo tratta Dante che rende omaggio a questa figura di capo coraggioso, che – come più tardi farà Dante con la “compagnia malvagia e scempia” –affronta gli alleati e salva Firenze, la sua città, dalla distruzione.
Inferno Canto X 22-120